In un alveare di esseri umani, il miele è il frutto dell’intelligenza, ottenuto dalla sinergia del gruppo.
Un armonizzazione di idee, canti e di intenti, che accompagnano verso l’evoluzione, in cui possiamo imparare a riconoscere cosa ci anima, il perchè ci troviamo qua, cosa ci rende vivi e qual’era stata l’origine della sofferenza.
Quella sofferenza che faceva credere di essere separati tra di noi, divisi e in competizione.
Per questa esigenza di tornare all’unione, in questi tempi straordinari in cui abbiamo imparato a non dare più nulla per scontato, noi umani abbiamo sentito l’entusiasmo di giocare , per partecipare a qualcosa di più grande, che va oltre la nostra esistenza individuale.
Il gioco è creare alveari nei quartieri, nelle campagne, in ciò che risuona con radici e con il sacro, imparare a darci dei ruoli capaci di fluire con le esigenze del momento e dell’ambiente, per darci sostegno in ciò che porta nutrimento al gruppo.
E da questo spazio di condivisione, Felicitasmundi, ci connettiamo e comunichiamo a tutti gli altri alveari.

Il disegno dei fiori
Ci incontriamo domenica 19 gennaio nel terrazzo coperto di una casa che guarda verso il mare di Pittulongu, alle 16.
Saremo accolti da una tisana di rosmarino ed alloro e una volta accomodati, ci verrà consegnato un foglio con dei colori a cera.
Ognuno di noi ha raccolto dentro di sè tre fiori.
Il fiore della volontà, della conoscenza e dell’amore.
Ascoltando profondamente noi stessi, guardando con coraggio le ombre che ci potrebbero attraversare, possiamo imparare come sentirci centrati in queste virtù, grazie anche al sostegno del gruppo.

Il mondo dell’esperienza porta verso la libera espressione dell’innata creatività dell’uomo.
Dobbiamo creare un ponte dove il corpo, la mente e il cervello sono in armonia, grazie al riconoscersi in quanto anima e la comprensione degli aspetti astratti dell’esistenza, che partono dal mondo delle idee, l’esperienza intuitiva.
Allineare anima, mente e cervello è il fine ultimo degli insegnamenti dell’alveare, su cui poi si poggiano le conoscenze e gli strumenti per l’evoluzione individuale e del gruppo.
Lo studente che inizia il percorso riscoprirà le proprie tendenze naturali, potrà tornare ad un livello di attenzione e concentrazione in ciò che si pensa, si dice e si fa.
Questo grazie all’interazione col regno di natura, l’esperienza pratica e di gruppo che coralmente porta ad esprimersi nell’arte e nel ritorno naturale a riconoscere quali energie si muovono dentro.
Per poter poi passare dall’idea alla forma.
Esperienza educativa a cura di Gabriele Dettori
Come nasce l’agricoltura
in natura
Il gruppo che si unirà, verrà a conoscere i ruoli interni nell’alveare.
Tra questi ci sono le Nutrici, che si occupano dell’alimentazione dell’alveare, partendo dal terreno di produzione, alla manodopera e distribuzione dei pasti o rimedi naturali, e le Bottinatrici, che raccolgono e trasformano il cibo o rimedi naturali, per poi farli immagazzinare e distribuire.
Partecipare all’alveare significa far accrescere la qualità del cibo che mangiamo, che proviene da terreni non trattati, senza antibiotici e senza fertilizzanti.
L’umanità può anche imparare ad accompagnare la natura, per poi riceverne i frutti come un dono di abbondanza e nutrimento.
Vengono proposti dei piani di supporto, che prevedono sia la divulgazione nel campo agricolo ed alimentare, sia delle cassette di alimenti e rimedi naturali, distribuiti settimanalmente.
A cura di Pierpaolo Murgia
Alveare San SImplicio
Therapeia
Verranno presentati gli operatori che attraverso strumenti e rimedi, supportano i partecipanti in ambito di benessere psico fisico ed energetico.
A cura di Simplicio Derosas
A cura di Fabrizio Castiglia
Inizio esperienza ore 16
Saremo in una casa privata,
Massimo 25 persone.
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