Una performance dove lo spettatore è portato dentro allo
spettacolo , divenendo parte dello spettacolo stesso:
è invitato a mettersi, per alcuni minuti, nei panni dell’altro, nei panni di colui che è diverso, estraneo, straniero, di colui che ha una storia diversa dalla mia.
È uno spettacolo sull’empatia vissuta, sull’accorciare le distanze, provare ad entrare in contatto con la sua autenticità, con la sua storia, ma anche con
le sue paure, le sue insicurezze, perché solo così, goccia a
goccia, possiamo arrivare all’altro, sensibilizzarlo e riconnetterci alla nostra reciproca umanità.
Audio per facilitare la lettura.
Con questo progetto artistico e sociale vogliamo aprire una serie di iniziative e
collaborazioni rivolte a tutti coloro che vogliono creare spazi di umanità
vissuta, riportando il focus sulle relazioni e su modalità di comunicazione e
sensibilizzazione diretta e vissuta.
Per questo spettacolo sostenuto anche da FelicitasMundi, accogliamo persone interessate a portare le loro storie di vita , o ad aiutarci nell’organizzazione di tale performance, o essere come l’elemento aria che porta questo progetto nel mondo……
perché possiamo riunirci intorno ad un progetto ampio e di grande impatto sociale.
“Da qualche parte che non ricordo, non molto tempo fa ho letto un motto
Susanna Tamaro-
degli indiani d’America che diceva :
‘Prima di giudicare una persona cammina per tre lune nei suoi mocassini.’ Viste dall’esterno molte vite sembrano
sbagliate, irrazionali, pazze.
Finché si sta fuori è facile fraintendere le persone,
i loro rapporti.
Soltanto da dentro, soltanto camminando tre lune con i loro
mocassini si possono comprendere le motivazioni, i sentimenti, ciò che fa
agire una persona in un modo piuttosto che in un altro.
La comprensione nasce dall’umiltà non dall’orgoglio del sapere”
Va dove ti porta il cuore

“Io in te vedo….” è , così, un invito a fermarsi e a guardare le persone che ci
stanno intorno, davanti, con il loro passato, i loro desideri, i loro ricordi e i
loro vissuti, come nella canzone “Se solo mi guardassi” scritta da Ivano
Fossati e Fiorella Mannoia.
“E’ il punto di vista di tanti ‘invisibili’ fratelli stranieri che vivono intorno a
noi, e ai quali non chiediamo mai nulla delle loro vite e che avrebbero in
realtà tanto da raccontarci se solo avessimo voglia di ascoltarli” (Fiorella
Mannoia)
Ma è anche il titolo di una coreografia che abbiamo creato per questo
spettacolo one to one con la compagnia ‘Tra virgolette’
(compagnia integrata di persone abili e diversamente abili di danzaterapia metodo Fux e DanceAbility) e ragazzi con difficoltà di comunicazione che utilizzano la CFA (Comunicazione Facilitata Alfabetica) tecnica che gli ha permesso di scrivere, tra le tante cose, anche l’introduzione alla coreografia stessa.
Parla dei tanti ‘diversamente stranieri’
Straniero infatti deriva dal latino “extraneus” che significa estraneo, esterno.
Nello spettacolo parliamo e raccontiamo il punto di vista di chi si sente
straniero, ed è vissuto come estraneo, diverso;
di chi ‘sfarfalla’ con le mani mentre cerca di esprimere un’emozione forte, intensa o abbozza frasi ripetitive apparentemente senza senso o scarica la tensione con stereotipie altrettanto apparentemente senza senso o semplicemente organizza il
pensiero e integra informazioni in maniera a noi estranea, fino ad essere visti
o come ‘geni’ o come idioti ma mai come persone, sempre però estranei.
Parla quindi di chi seppur cittadino italiano, autoctono a tutti gli effetti ma si sente
straniero in patria (“…quando la terra mi fia straniera valle…” diceva
Leopardi): un diversamente straniero appunto.
Parla anche di tutti noi, di tutte quelle volte che ci siamo sentiti estranei,
stranieri in situazioni dove dominano i luoghi comuni (“che se ne tornino a
casa loro, li aiutino lì” “ci tolgono lavoro e portano malattie che avevamo
debellato…..”), o dove percepiamo un imbarbarimento emozionale, culturale
nella vita liquida dei post di facebook dove si è perso il contatto con la
capacità di raccontarsi, dove tutto è così impersonale, dove tutto è così
UGUALE.
Ma parla anche di chi cerca nonostante tutto questo l’incontro con quella luce
interiore che illumina paesaggi diversi, fa ritrovare la speranza attraverso
l’incontro e l’integrazione con le nostre parti buie, le nostre paure, cioè
l’integrazione con ciò che ci è estraneo all’apparenza, ridimensionandolo,
valorizzandolo, rendendolo cioè più prossimo più bello e più autentico, cioè
meno estraneo, meno straniero….
“Io in te vedo…”è un primo punto d’inizio:
intanto ti vedo e ti chiedo se vuoi indossare i miei mocassini!
Uno spettacolo quindi sull’ empatia incorporata e vissuta attraverso il teatro la danza e altre forme d’arte e bellezza.
“Le performance one-to-one si dimostrano quindi non soltanto come
situazioni performative intime, ma come occasioni dove riflettere sui fattori
sociali, culturali che condizionano la costruzione stessa del senso
dell’intimità (e dell’ inclusione n.d.r) .
Molti degli artisti che lavorano su questa modalità vedono il diffondersi delle one-to-one performance come risposta alla riduzione delle situazioni di intimità in presenza nella contemporaneità.” (Stefano Brilli e Francesca Giuliani – Redazione NEOff)
Per partecipare:
Primo incontro 7 Dicembre ore 14.30 in via Micali 22 Livorno – Centro Sauro Eva
Per info: Sauro (solo chiamate e messaggi whatsapp): 338497598 ; Eva: 3483140115
Testo di Sauro Macera
Lettura audio di Matilde Bonaccia
Produzione Video: Alessia Hare Parisini, Martina Fossataro, Gabriele Loi
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