L’Abbazia Carolingia di Rambona, sorge su un rivolo di acqua salata la cui composizione l’Università di Camerino ha detto essere uguale al liquido amniotico di una donna gravida.
Per questo motivo 10mila anni prima di Gesù era considerata il Tempio Piceno più sacro della loro civiltà, dedicato alla Santa Madre Terra, la Dea Bona.



Con l’avvento della Cristianità, l’imperatrice d’Italia Ageltrude,ne ampliò il Tempio, dando a sua cognata Aberengarda, prima architetto donna, la direzione dei lavori.
A conclusione dell’Abbazia carolingia, fu edittato un dittico eburneo (di avorio), dove per la prima volta nella storia assoluta della cristianeità, fu scolpita la madonna in trono,portata poi in Vaticano.

Ogni due anni l’Accademi dei Lincei gli dedica una sezione di studi.
Nel 900 dopo Cristo, vi è vissuto e non è mai uscito da Rambona, un Santo: Sant’Amico le cui spoglie sono ancora nell’Abbazia.
Era nipote del piu valoroso cavaliere di Carlo Magno, il generale Milone.
Questa storia è talmente importante che il paese dove è ubicata Rambona ha portato, per 1200 anni, il nome di Monte Milone.
Dopo il 1860, da Monte Milone il posto si chiama Pollenza, unico paese del territorio che, come tutti i luoghi sacri, è circondata in un cerchio da due fiumi, il Chienti e il Potenza.
Pollenza infatti significa Polla d’acqua, o contaminazione di etnie e vegetazione variegata.
Per questo motivo per millenni a Pollenza si sono conservate due querce tra le più antiche di tutta Italia.
Benedetta dal cielo e dalla terra Pollenza ha sempre vissuto nel rispetto della vita, dell’ambiente e del bene comune.
Divenendo per questo un modello di economia sostenibile.
Testo a cura di Antonella Ventura
Associazione Arte per le Marche
Riferimenti per L’Abbazia:
Tarcisio Feliziani, presidente associazione Pro Rambona – 3314078441



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